Mentre c’è chi si ostina a proclamare che “la scienza non è democratica” e che è patrimonio di pochi eletti, la realtà dei fatti procede su una strada diversa e vede la sempre maggiore diffusione della cosiddetta citizen science, ovvero la scienza fatta dai cittadini. L’attività di osservazione e raccolta dati è oggi davvero alla portata di tutti, grazie agli strumenti tecnologici e di condivisione delle informazioni, che permettono a chiunque di contribuire attivamente alla ricerca di base e applicata. In particolare, sta assumendo oggi un ruolo sempre più determinante la partecipazione attiva e volontaria dei cittadini nella ricerca e nello sviluppo di politiche ambientali a supporto dei decisori. I cittadini, infatti, esprimono crescente interesse e preoccupazione per l’impatto umano sull’ambiente che necessariamente comporta il peggioramento della qualità della vita. Attraverso la loro partecipazione attiva in campagne e progetti di citizen science (da ora CS), i cittadini accrescono, dunque, la conoscenza del territorio in cui abitano e stimolano le agenzie di controllo ambientale ad effettuare monitoraggi più estesi e accurati. I dati prodotti, messi a disposizione della comunità attraverso internet, vanno ad arricchire la gamma dei cosiddetti open data. La CS, tuttavia, non è esente da critiche e problematiche. Dal punto di vista degli scienziati utilizzare dati reperiti attraverso il pubblico laico è rischioso e fa emergere il problema della qualità e validazione del dato. Dall’altra parte, perché si possa parlare davvero di scienza dei cittadini, è necessario che i non professionisti ricevano qualcosa di tangibile come compenso per il loro apporto. Un terzo problema riguarda la dimensione etica della proprietà del dato: i membri del gruppo diventano co-produttori delle informazioni, co-proprietari dei dati, si pone allora la questione del diritto di autore e della titolarità del dato. Un’ultima criticità riguarda la valutazione dei progetti di CS: innanzitutto è importante riuscire a definire dei criteri standard che individuino ciò che è un progetto di CS da ciò che non lo è e, secondariamente, è fondamentale impostare un processo valutativo per misurare l’efficacia del progetto. Molto spesso la valutazione non viene effettuata per mancanza di fondi o di tempo, creando, tuttavia, un vuoto informativo circa le possibili azioni di miglioramento da mettere in campo...

Evaluation di adotta una tigre triestina, progetto di citizen science a scuola / Petrillo, Sara. - (2018 Feb 28).

Evaluation di adotta una tigre triestina, progetto di citizen science a scuola

Petrillo, Sara
2018-02-28

Abstract

Mentre c’è chi si ostina a proclamare che “la scienza non è democratica” e che è patrimonio di pochi eletti, la realtà dei fatti procede su una strada diversa e vede la sempre maggiore diffusione della cosiddetta citizen science, ovvero la scienza fatta dai cittadini. L’attività di osservazione e raccolta dati è oggi davvero alla portata di tutti, grazie agli strumenti tecnologici e di condivisione delle informazioni, che permettono a chiunque di contribuire attivamente alla ricerca di base e applicata. In particolare, sta assumendo oggi un ruolo sempre più determinante la partecipazione attiva e volontaria dei cittadini nella ricerca e nello sviluppo di politiche ambientali a supporto dei decisori. I cittadini, infatti, esprimono crescente interesse e preoccupazione per l’impatto umano sull’ambiente che necessariamente comporta il peggioramento della qualità della vita. Attraverso la loro partecipazione attiva in campagne e progetti di citizen science (da ora CS), i cittadini accrescono, dunque, la conoscenza del territorio in cui abitano e stimolano le agenzie di controllo ambientale ad effettuare monitoraggi più estesi e accurati. I dati prodotti, messi a disposizione della comunità attraverso internet, vanno ad arricchire la gamma dei cosiddetti open data. La CS, tuttavia, non è esente da critiche e problematiche. Dal punto di vista degli scienziati utilizzare dati reperiti attraverso il pubblico laico è rischioso e fa emergere il problema della qualità e validazione del dato. Dall’altra parte, perché si possa parlare davvero di scienza dei cittadini, è necessario che i non professionisti ricevano qualcosa di tangibile come compenso per il loro apporto. Un terzo problema riguarda la dimensione etica della proprietà del dato: i membri del gruppo diventano co-produttori delle informazioni, co-proprietari dei dati, si pone allora la questione del diritto di autore e della titolarità del dato. Un’ultima criticità riguarda la valutazione dei progetti di CS: innanzitutto è importante riuscire a definire dei criteri standard che individuino ciò che è un progetto di CS da ciò che non lo è e, secondariamente, è fondamentale impostare un processo valutativo per misurare l’efficacia del progetto. Molto spesso la valutazione non viene effettuata per mancanza di fondi o di tempo, creando, tuttavia, un vuoto informativo circa le possibili azioni di miglioramento da mettere in campo...
28-feb-2018
2016/2017
Pitrelli, Domenico
Annovi, Giulia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11767/69451
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