Un mostro sta divorando lentamente Taranto. Il suo nome è noto alla cronaca locale da tempo ma solo a fine luglio 2012 è riuscito a guadagnarsi le prime pagine dei quotidiani nazionali. Questo mostro ha un volto, anzi due: dà sostentamento e semina morte. L’Ilva di Taranto è il “mostro”, non solo per via dell’appellativo che i tarantini attribuiscono al polo siderurgico più grande d’Europa. Ha inglobato la città, ne ha trasformato i colori, ha emanato per decenni sostanze nocive che hanno avvelenato l’aria e la terra circostante, abitanti compresi. Eppure, l’acciaieria ha distribuito ricchezza e benessere, introducendo in un Meridione fino ad allora isolato e sostanzialmente agricolo, l’industria pesante. La comunicazione ha giocato un ruolo determinante nel mostrare le due facce dell’Ilva...

Acciaio made in Italy. Il caso ILVA

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2013-02-01

Abstract

Un mostro sta divorando lentamente Taranto. Il suo nome è noto alla cronaca locale da tempo ma solo a fine luglio 2012 è riuscito a guadagnarsi le prime pagine dei quotidiani nazionali. Questo mostro ha un volto, anzi due: dà sostentamento e semina morte. L’Ilva di Taranto è il “mostro”, non solo per via dell’appellativo che i tarantini attribuiscono al polo siderurgico più grande d’Europa. Ha inglobato la città, ne ha trasformato i colori, ha emanato per decenni sostanze nocive che hanno avvelenato l’aria e la terra circostante, abitanti compresi. Eppure, l’acciaieria ha distribuito ricchezza e benessere, introducendo in un Meridione fino ad allora isolato e sostanzialmente agricolo, l’industria pesante. La comunicazione ha giocato un ruolo determinante nel mostrare le due facce dell’Ilva...
feb-2013
2010/2012
Filippetti, Marzia
Carra, Luca
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11767/5071
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