Fin dalla loro nascita, i science centre hanno adottato un approccio di tipo esperienziale, coinvolgendo il visitatore in un percorso di esplorazione e scoperta tramite oggetti da toccare e manipolare. Le postazioni interattive (exhibit) rispondono alla filosofia del “hands-on”, letteralmente “mani sopra”, e al conseguente “imperativo” del “vietato non toccare”. Il claim è stato in seguito esteso anche a “minds-on” (con riferimento alla necessità di organizzare le esperienze in un percorso concettuale) e a “hearts-on” (con riferimento all’importanza del coinvolgimento emotivo). Negli ultimi anni si nota una nuova tendenza: accanto a quelle con gli ormai “tradizionali” exhibit hands-on, sono state inaugurate delle mostre che pongono l’accento sull’aspetto relazionale e che coinvolgono il pubblico in modo diretto attraverso il dialogo e l’interazione. Dai più semplici exhibit che interrogano il visitatore chiedendogli di lasciare un commento, una riflessione o l’espressione di una posizione relativamente a un argomento controverso, si è assistito all’apertura di mostre che pongono la conversazione al centro dell’esperienza, fino a farne diventare l’esperienza stessa (Dialogo nel buio). Musei che stimolano il dialogo e invitano a parlare, quindi, al punto che si potrebbe rielaborare il claim in “talkson” (“parole sopra”): “vietato non parlare”. Questa tesi intende analizzare alcuni casi della museologia scientifica contemporanea – analisi teoriche e realizzazioni concrete – che vedono la conversazione fra i visitatori e fra il museo e i visitatori come elemento fondamentale.
Talks-on: vietato non parlare!
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2007-12-01
Abstract
Fin dalla loro nascita, i science centre hanno adottato un approccio di tipo esperienziale, coinvolgendo il visitatore in un percorso di esplorazione e scoperta tramite oggetti da toccare e manipolare. Le postazioni interattive (exhibit) rispondono alla filosofia del “hands-on”, letteralmente “mani sopra”, e al conseguente “imperativo” del “vietato non toccare”. Il claim è stato in seguito esteso anche a “minds-on” (con riferimento alla necessità di organizzare le esperienze in un percorso concettuale) e a “hearts-on” (con riferimento all’importanza del coinvolgimento emotivo). Negli ultimi anni si nota una nuova tendenza: accanto a quelle con gli ormai “tradizionali” exhibit hands-on, sono state inaugurate delle mostre che pongono l’accento sull’aspetto relazionale e che coinvolgono il pubblico in modo diretto attraverso il dialogo e l’interazione. Dai più semplici exhibit che interrogano il visitatore chiedendogli di lasciare un commento, una riflessione o l’espressione di una posizione relativamente a un argomento controverso, si è assistito all’apertura di mostre che pongono la conversazione al centro dell’esperienza, fino a farne diventare l’esperienza stessa (Dialogo nel buio). Musei che stimolano il dialogo e invitano a parlare, quindi, al punto che si potrebbe rielaborare il claim in “talkson” (“parole sopra”): “vietato non parlare”. Questa tesi intende analizzare alcuni casi della museologia scientifica contemporanea – analisi teoriche e realizzazioni concrete – che vedono la conversazione fra i visitatori e fra il museo e i visitatori come elemento fondamentale.File | Dimensione | Formato | |
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