Lo storico Eric Hobsbawm ha scritto che il XX secolo è stato, in assoluto, il periodo storico più influenzato dalle scienze naturali: in conseguenza di ciò, il numero di attività di divulgazione scientifica è aumentato esponenzialmente, utilizzando vari mezzi di comunicazione (dalle riviste ai musei, dai programmi televisivi ai festival della scienza). Negli anni Ottanta, la Royal Society pubblicava il report “Public Understanding of Science” (elaborato da un gruppo di lavoro guidato dal genetista Walter Bodmer), che affermava che “una migliore comprensione della scienza può rappresentare un fattore significativo di promozione del benessere della nazione, elevando la qualità delle decisioni pubbliche e private e arricchendo la vita dell'individuo2”. Il Public Understanding of Science (PUS), come allora si indicava l’insieme delle attività di promozione della cultura scientifica e di ricerca sociale relativa al rapporto tra scienza e pubblico, avrebbe quindi dovuto portare benefici in ambito tecnologico e scientifico ai singoli Paesi, in primis al Regno Unito. Il PUS avrebbe dovuto eliminare il gap che si era creato tra la società, in evoluzione verso un nuovo sapere scientifico-tecnologico, e il mondo della ricerca, sempre più isolato nella sua torre d’avorio. Il pericolo di questo gap era stato sottolineato nel rapporto della Royal Society, che aveva constatato il rischio di una crescente frattura tra pubblico e scienza. Secondo i sostenitori del PUS, l’analfabetismo scientifico era la causa principale dell’allontanamento del pubblico dalla scienza e vedevano la soluzione nella diffusione di conoscenza: un aumento di nozioni scientifiche nella cultura del pubblico avrebbe dovuto portare a un aumento della fiducia nella scienza e nella tecnologia...

Tre anni di JCOM Masterclasses: uno studio di valutazione dell’impatto / Mazzaracca, Rachele. - (2018 Feb 28).

Tre anni di JCOM Masterclasses: uno studio di valutazione dell’impatto

Mazzaracca, Rachele
2018-02-28

Abstract

Lo storico Eric Hobsbawm ha scritto che il XX secolo è stato, in assoluto, il periodo storico più influenzato dalle scienze naturali: in conseguenza di ciò, il numero di attività di divulgazione scientifica è aumentato esponenzialmente, utilizzando vari mezzi di comunicazione (dalle riviste ai musei, dai programmi televisivi ai festival della scienza). Negli anni Ottanta, la Royal Society pubblicava il report “Public Understanding of Science” (elaborato da un gruppo di lavoro guidato dal genetista Walter Bodmer), che affermava che “una migliore comprensione della scienza può rappresentare un fattore significativo di promozione del benessere della nazione, elevando la qualità delle decisioni pubbliche e private e arricchendo la vita dell'individuo2”. Il Public Understanding of Science (PUS), come allora si indicava l’insieme delle attività di promozione della cultura scientifica e di ricerca sociale relativa al rapporto tra scienza e pubblico, avrebbe quindi dovuto portare benefici in ambito tecnologico e scientifico ai singoli Paesi, in primis al Regno Unito. Il PUS avrebbe dovuto eliminare il gap che si era creato tra la società, in evoluzione verso un nuovo sapere scientifico-tecnologico, e il mondo della ricerca, sempre più isolato nella sua torre d’avorio. Il pericolo di questo gap era stato sottolineato nel rapporto della Royal Society, che aveva constatato il rischio di una crescente frattura tra pubblico e scienza. Secondo i sostenitori del PUS, l’analfabetismo scientifico era la causa principale dell’allontanamento del pubblico dalla scienza e vedevano la soluzione nella diffusione di conoscenza: un aumento di nozioni scientifiche nella cultura del pubblico avrebbe dovuto portare a un aumento della fiducia nella scienza e nella tecnologia...
28-feb-2018
2016/2017
Non assegn
Rodari, Paola
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11767/69407
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