L’ignoranza non ha mai salvato nessuno. E l’ignoranza a proposito della tossicodipendenza è pari alla sua diffusione. Esiste un quesito al quale la nostra cultura, ad oggi, non sembra in grado di rispondere: “Cos’è la dipendenza? Come viene comunicata, concettualizzata e immaginata?”. La mia tesi intende indagare l’universo cognitivo che si nasconde dietro questa domanda, proprio per evitare che una questione così fondamentale passi in secondo piano. Molto spesso, infatti, accade che gli aspetti concettuali e teorici restino in subordine rispetto agli studi sperimentali, come se nessuno si rendesse conto di quanto in realtà siano prioritari. Il nostro modo di approcciare la ricerca empirica dipende dalle descrizioni e dalle definizioni teoriche che utilizziamo per osservare e comprendere la realtà. Per questo motivo l’analisi critica degli aspetti comunicativi e concettuali dovrebbe essere valorizzata almeno quanto quella sperimentale. Gli straordinari progressi compiuti nell’arco degli ultimi quarant’anni dalla ricerca neurobiologica, psicofarmacologica e neuro-tecnologica, hanno contribuito a portare alla ribalta le controversie che ruotano intorno al concetto di dipendenza. È un discorso complesso che presenta profonde implicazioni a livello di strategie di intervento, ma anche di impatto sociale e politico. Infatti, quando le etichette verbali utilizzate dai medici incontrano l’immaginario collettivo e vengono interpretate dai media, esse diventano veicolo di vere e proprie norme sociali, di azioni politiche e collettive, pregiudizi e stigmi. Questo perché il concetto stesso di dipendenza mette in campo immagini mentali controverse e difficili da comunicare, come il controllo volontario del comportamento, il libero arbitrio, la responsabilità e l’autonomia. Questi elementi definiscono l’uomo in quanto tale, in quanto essere senziente e ‘animale sociale’ (Aristotele, IV a.C.)1, e costituiscono i nodi della rete che lega individuo e società. Di conseguenza, la ricerca in questo campo, consapevole della delicatezza del tema e delle profonde implicazioni a livello sociale, […]
Quale dipendenza? Dipende / Virtu', Giulia. - (2018 Feb 28).
Quale dipendenza? Dipende
Virtu', Giulia
2018-02-28
Abstract
L’ignoranza non ha mai salvato nessuno. E l’ignoranza a proposito della tossicodipendenza è pari alla sua diffusione. Esiste un quesito al quale la nostra cultura, ad oggi, non sembra in grado di rispondere: “Cos’è la dipendenza? Come viene comunicata, concettualizzata e immaginata?”. La mia tesi intende indagare l’universo cognitivo che si nasconde dietro questa domanda, proprio per evitare che una questione così fondamentale passi in secondo piano. Molto spesso, infatti, accade che gli aspetti concettuali e teorici restino in subordine rispetto agli studi sperimentali, come se nessuno si rendesse conto di quanto in realtà siano prioritari. Il nostro modo di approcciare la ricerca empirica dipende dalle descrizioni e dalle definizioni teoriche che utilizziamo per osservare e comprendere la realtà. Per questo motivo l’analisi critica degli aspetti comunicativi e concettuali dovrebbe essere valorizzata almeno quanto quella sperimentale. Gli straordinari progressi compiuti nell’arco degli ultimi quarant’anni dalla ricerca neurobiologica, psicofarmacologica e neuro-tecnologica, hanno contribuito a portare alla ribalta le controversie che ruotano intorno al concetto di dipendenza. È un discorso complesso che presenta profonde implicazioni a livello di strategie di intervento, ma anche di impatto sociale e politico. Infatti, quando le etichette verbali utilizzate dai medici incontrano l’immaginario collettivo e vengono interpretate dai media, esse diventano veicolo di vere e proprie norme sociali, di azioni politiche e collettive, pregiudizi e stigmi. Questo perché il concetto stesso di dipendenza mette in campo immagini mentali controverse e difficili da comunicare, come il controllo volontario del comportamento, il libero arbitrio, la responsabilità e l’autonomia. Questi elementi definiscono l’uomo in quanto tale, in quanto essere senziente e ‘animale sociale’ (Aristotele, IV a.C.)1, e costituiscono i nodi della rete che lega individuo e società. Di conseguenza, la ricerca in questo campo, consapevole della delicatezza del tema e delle profonde implicazioni a livello sociale, […]File | Dimensione | Formato | |
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